La medicina umoralista di un tempo si basava sul concetto che la malattia è dovuta alla comparsa di un malus all’interno dell’organismo: tale malus costituisce come dice la parola stessa qualcosa di grave, cattivo, brutto, maligno, insopportabile: insomma roba che va cacciata via al più presto; tale malus secondo i concetti di tale medicina umoralista che da Ippocrate fino ai primi decenni del 1900 ha dominato il mondo scientifico, invade un copro perfetto; la conseguenza ovvia è che solo un bonum, parola latina come malus, ovvero una cosa buona, in generale un farmaco può consentire di fare uscire questa roba cattiva dal nostro corpo: secondo queste teorie un corpo si ammala solo perché vi entra un qualcosa di dannoso: ne consegue che basta togliere tale sacchetto dell’immondizia, tale sporcizia, tutto questo letame, per ottenere una guarigione completa.
. Hahnemann per primo si è scagliato contro tali teorie, ripetendo con forza che la causa va rimossa, non il malum, non il sacco dell’immondizia che è entrato dentro di noi: la famosa materia peccans dei medici umoralisti.
. Ancora ai nostri giorni si pensa che un farmaco sia un qualcosa di buono che caccia via qualcosa di cattivo entrato dentro il nostro corpo: non è assolutamente così come diceva un mio professore quando un allievo diceva una sciocchezza.
. Ippocrate è considerato il padre della medicina: da Ippocrate proviene il famoso giuramento di Ippocrate, recitato dai medici che si stanno per laureare. La teoria umorale elaborata da Ippocrate si basa su un concetto ben preciso: nell’organismo sono presenti in perfetta armonia quattro fluidi: sangue, flemma, bile gialla e bile nera; la malattia dunque nasceva dallo squilibrio di tali umori, dal non perfetta armonia di tali umori; compito del medico era quello di aiutare la forza medicatrice della natura, ovvero la tendenza che ha l’organismo di cercare una soluzione alla malattia; il concetto di una armonia che viene persa con la malattia è molto interessante; altrettanto bello a mio avviso è somministrare una cura allo scopo di aiutare l’organismo a fare quello che di buono sta già facendo; pensare che l’organismo si possa sempre sbagliare quando decide di scatenare un dolore, un mal di denti, una cistite mi sembra sbagliato, anzi mi sembra una grande sciocchezza; è bello dire va cercata la causa: il problema enorme è la malattia cronica che è scatenata, alimentata, sostenuta da tantissimi fattori eziologici: a volte pensare di scoprire tutte le cause è veramente arduo se non impossibile.
. Lo stesso Hahnemann sosteneva che bisogna bloccare, fermare, contrastare con ogni arma possibile, una situazione che può portare alla morte o a gravi danni della salute; contemporaneamente urlava tollem causam (rimuovi la causa).
. Ripeto spesso ai miei pazienti che se l’organismo mette in moto un qualche cosa di strano tipo un vomito, un raffreddore, un dolore un motivo ci deve pur essere: il corpo non mente mai, non può essere impazzito, non è possibile che l’organismo sia sempre dalla parte del torto e il medico con i suoi rimedi dalla parte giusta: tale sintomo, una certa malattia spesso rappresenta la miglior soluzione, o meglio il programma più utile in quel momento e in quella ben precisa situazione per risolvere il problema: tale infermità certamente è roba brutta; ci sono casi di estrema urgenza, ovvero che mettono in pericolo la vita del paziente e che vanno bloccati in tutti i modi: in generale però è meglio aiutare il corpo a fare quello che già sta facendo: la medicina giusta è quella che sostiene, affianca, facilita l’opera di guarigione dell’organismo stesso.
GIURAMENTO di IPPOCRATE
Lo giuro su Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e tutti gli dei e le dee prendendoli a miei testimoni che porterò a compimento secondo il mio potere ed il mio giudizio questo giuramento e questo impegno scritto: di ritenere colui che mi ha insegnato quest’arte alla pari dei miei genitori e di avere con lui comunanza di vita e nelle sue necessità di fargli parte del mio; e che la stirpe sua giudicherò alla pari di fratelli in linea maschile e che insegnerò loro quest’arte nel caso che vogliano istruirvisi senza onorario ed impegno scritto, e dei precetti e lezioni e di tutto il resto dell’istruzione di farne parte ai figli miei e a quelli di chi mi ha insegnato e agli studenti che si sono impegnati per scritto ed hanno giurato secondo l’uso medico, ma a nessun altro.
Farò uso delle misure dietetiche per il giovamento dei pazienti secondo il mio potere ed il mio giudizio e mi asterrò da nocumento e da ingiustizia. E non darò neppure un farmaco mortale a nessuno per quanto richiesto né proporrò mai un tal consiglio; ed ugualmente neppure darò ad una donna un pessario abortivo. Ma pura e pia conserverò la mia vita e la mia arte. E non procederò ad incisioni neppure su chi ha il mal della pietra, ma lascerò questo intervento agli operatori.
In quante case io entri mai, vi giungerò per il giovamento dei pazienti tenendomi fuori da ogni ingiustizia volontaria e da ogni altro guasto, particolarmente da atti sessuali sulle persone sia di donne che di uomini, sia liberi che schiavi.
Quel che io nel corso della cura o anche a prescindere dalla cura o veda o senta della vita degli uomini, che non bisogna in nessun caso andar fuori a raccontare, lo tacerò ritenendo che in tali cose si sia tenuti al segreto.
Portando dunque a compimento questo giuramento e non violandolo mi sia dato di avere il frutto della vita e dell’arte, famoso presso tutti gli uomini per sempre nel tempo, ma trasgredendolo e spergiurando, il contrario di ciò.