Il numero di epitopi varia con l’aumentare delle dimensioni di un antigene: si definisce VALENZA dell’ANTIGENE il numero di epitopi per molecola: il dermatophagoides o acaro della polvere dal punto di vista immunogeno, ovvero come capacità di scatenare una allergia, è più importante di altri parassiti perché presenta tanti epitopi: è più complesso dal punto di vista antigenico, è anche più grande di altri parassiti, che più raramente scatenano allergie, perché presentano meno epitopi. La conformazione del sito combinatorio di un epitopo col proprio recettore è più importante della stessa sequenza lineare: in immunologia si ragiona più per forma che per struttura; l’EBV ha un determinante antigenico, ovvero un epitopo importante costituito da cinque aminoacidi che sono in comune con l’HLA DR4, il quale è fortemente espresso sulle membrane sinoviali: ciò significa che alla lunga una risposta immunitaria contro tale epitopo di EBV, nel soggetto che presenta un DR4 conduce al dolore articolare: la cosa straordinaria è che se tale sequenza di cinque aminoacidi viene modificata, cambiando la posizione due della lisina con l’arginina, la conformazione spaziale rimane identica ed il potere immunogeno inalterato.
Si definisce VALENZA dell’ANTIGENE il numero di epitopi per molecola antigenica. Svolge un ruolo nettamente più importante un dermatophagoides, ovvero l’acaro della polvere rispetto ad un altro parassita che può determinare anche allergia, ma essendo molto più piccolo diviene anche antigenicamente meno complesso; l’ACARO della POLVERE presenta tanti epitopi, ha una valenza elevata e dal punto di vista immunitario svolge un ruolo importante: presenta numerosi epitopi che può avere in comune con l’organismo umano o con altri agenti infettivi. Una reazione linfocitaria generata da uno stimolo specifico può coinvolgere anche le strutture omologhe dell’ospite stesso: gli agenti infettivi possono presentare brevi sequenze aminoacidiche altamente immunogene, ovvero in grado di stimolare una risposta immunitaria specifica: tale risposta può essere indirizzata anche nei confronti di alcuni costituenti simili, presenti nell’ospite: tale omologia di sequenza sta alla base del fenomeno denominato mimetismo molecolare: i linfociti riconoscono gli antigeni processati e presentati nel contesto delle molecole HLA, mediante uno specifico recettore: il TCR, ovvero il recettore della cellula T: tali antigeni presentati sono costituiti da una piccola sequenza di aminoacidi, che possono essere in comune con una parte dell’organismo ospite e quindi attivare una riposta in entrambe le direzioni: vi è una somiglianza di strutture proteiche codificate da geni diversi: ciò si verifica per le strutture primarie quindi lineari, ma soprattutto per le conformazioni spaziali quaternarie simili. A volte il microorganismo possiede una proteina con sequenze aminoacidiche simili ad altre sequenze aminoacidiche presenti nell’ospite: il sistema immunitario riconosce le proteine non sé o non self , come direbbero gli inglesi e si attiva anche nei confronti delle proprie proteine, il sé o self, che presentano queste similitudini: esiste quindi una somiglianza tra molecole infettive estranee e quelle interne dell’organismo. Alcuni agenti infettivi sono costituiti da molecole antigeniche, che mimano alcune strutture dell’organismo ospite, in modo che la risposta linfocitaria indirizzata contro i patogeni coinvolga anche le porzioni omologhe del sé generando autoimmunità.
In immunologia la FORMA è nettamente più importante del contenuto: il linfocita riconosce la forma non il contenuto: i immunologia occorre ragionare più per forme che per struttura: la conformazione spaziale è fondamentale per generare una risposta: ciò sta alla base del mimetismo molecolare: due strutture diverse, ma con conformazione spaziale o sterica simile generano una risposta simile: se viene cambiato uno dei cinque o sei aminoacidi che di solito formano un epitopo, la risposta non viene modificata se la conformazione spaziale rimane la stessa: due strutture completamente diverse possono presentare una conformazione simile e quindi generare una risposta simile; si tratta di un concetto strettamente omeopatico.
Il sistema immunitario ragiona per forme, non per strutture: per il linfocita la struttura è un dettaglio secondario: quello che conta è la forma, la conformazione: è più importante la struttura quaternaria delle proteine, che la struttura primaria: non è detto che la struttura necessariamente determina una forma, ma è vero il contrario; il mondo funziona attraverso le forme e poi attraverso le strutture; se una proteina è formata da 5 aminoacidi, ne sostituisco uno, ma la conformazione spaziale non cambia, l’epitopo letto dal linfocita sarà lo stesso. +