IMMUNITA’ ETEROLOGA e RIPRESENTAZIONE ANTIGENICA e MEMORIA
+ La immunità eterologa spiega come una infezione può interagire con un’altra infezione anche attraverso la memoria la memoria: un processo infettivo è in grado di riattivare un virus senza che si tratti di una replicazione virale: la cosa importante da valutare è sempre la ripresentazione dell’antigene: la RIPREESNTAZIONE ANTIGENICA costituisce l’evento immunologico fondamentale di una malattia che da acuta diventa cronica, ma talora da cronica ridiventa acuta: tutto si basa su un concetto di mimetismo molecolare ovvero di reattività crociata fra due entità tassonomicamente diverse, ma soprattutto sulla capacità di presentazione dell’antigene nel contesto delle molecole HLA; esistono molecole specializzate a presentare l’antigene ad un giudice: la funzione di giudice la svolge il linfocita. Il LINFOCITA è in grado di attivarsi per la prima volta e in tal caso si tratta di un linfocita vergine che si trasforma in un linfocita attivo; il linfocita precedentemente attivato e non importa da quanto tempo si è attivato, può ancora attivarsi se è dotato di una memoria. Tutti i linfociti dotati di memoria possono essere oggetto di una ripresentazione antigenica e questo riguarda le infezioni da virus a DNA come i virus erpetici, Parvovirus, Adenovirus e HPV.
. La immunità eterologa ci fa capire il perché un virus esogeno può scatenare una malattia cronica da virus endogeno; in pratica un virus a RNA esogeno come il Coronavirus può scatenare una ripresentazione antigenica di un virus quiescente o dormiente o inattivo che non dava nessun fastidio, anche dopo parecchi anni, come un HPV: lo riattiva, possiamo dire lo risveglia da un sonno profondo, da uno stato di latenza che in teoria non lascia mai tranquillo il paziente: non è possibile eliminare o distruggere un agente patogeno: al massimo è possibile rinchiuderlo come in una campana di vetro, tenerlo in uno stato di torpore dal quale in teoria si può in ogni momento risvegliare: l’opera del medico è quindi quella di non risvegliarlo, di non riattivarlo: purtroppo a volte succede che il sistema immunitario lo svegli dal letargo e lo riattivi scatenando così l’insorgenza di una malattia. L’importante ripeto con forza, è non risvegliare il nemico che dorme, il patogeno che sta calmo e tranquillo in un angolo nascosto: il termine ripresentazione è quello usato da medici e biologi e farmacisti esperti in immunologia: è su tale presentazione antigenica in comune legata all’HLA che attualmente si basa lo studio delle malattie; viene presentato al sistema HLA un epitopo in comune tra due patogeni; tale epitopo è costituito da una piccola sequenza di aminoacidi verso la quale i linfociti rispondono: la presentazione di un epitopo condiviso, ovvero in comune tra i due agenti infettivi provocherà poi la medesima risposta da parte dei linfociti.