!!!!  RIPRESENTAZIONE ANTIGENICA poi RISPOSTA  IMMUNITARIA  non  replicazione virale  e  quindi  MIMETISMO  MOLECOLARE  e MULTIFATTORIALITA’ e  CRONICITA’, FASE  di  LATENZA,  FASE di STATO.

^ La  ripresentazione di un   antigene   è all’origine di disturbi  ricorrenti e intermittenti. La ripresentazione di virus di natura  erpetica è   certamente la ripresentazione più  frequente   che   accade nell’organismo umano; tale ripresentazione    sempre per il solito MIMETISMO  MOLECOLARE   può generare malattie di vario genere, a causa dei numerosi tropismi che caratterizzano i virus erpetici: ne consegue  che  i sistemi di difesa  dell’uomo   vanno  a colpire  sia l’agente patogeno  che le strutture simili all’agente patogeno; ciò consente di comprendere la multifattorialità di numerose malattie;  dire che i virus erpetici  sono i più grandi  fattori innescanti, favorenti, per esempio,  la sindrome di Alzheimer poi spiega meglio  due caratteristiche dell’Alzheimer: la cronicità della malattia  e la  sua  multifattorialità.

… Possiamo anche dire  che  malattie simili sono legate  a  molecole  simili  come  dal 1980 in poi ci spiega la medicina ufficiale con la  scoperta del  mimetismo molecolare. … Lo stesso Hahnemann  definisce  l’arte omeopatica come lo studio di malattie simili: tali  malattie simili   possono essere  o due malattie vere e proprie come il vaiolo e la varicella  oppure  una malattia naturale e una indotta da farmaci, come quella indotta da una sperimentazione omeopatica pura o prooving.

§ Gli HSV1  e 2 appartengono alla famiglia degli  alfa  herpes viridae ovvero del gruppo alfa degli herpes, che vanno distinti dai beta, dai gamma    e da altri; sono  virus simili, dotati di una struttura simile: rientrano  nella  stessa famiglia  perché possiedono   epitopi simili,  determinanti antigeni simili  ovvero con un alto grado di omologia a livello di DNA: ciò spiega anche perché  determinano una risposta simile.

+  La malattia  compreso  il danno cellulare non è mai colpa di un virus che si replica e   distrugge  la cellule: la replicazione virale non può far “schiattare”  o meglio non può far morire nessuna cellula: è la RISPOSTA IMMUNITARIA  che quando  viene riattivata crea danni e anche grossi; il danno è legato  alla attività citotossica dei linfociti che  appunto per tale azione  distruttiva  vengono chiamati LINFOCITI  CITOTOSSICI: ogni  malattia  è legata  alla attività citotossica   dei linfociti citotossici che tramite l’aiuto dei   linfociti T helper (helper significa aiuto  in inglese, sono linfociti aiutanti)  mettono in atto due fenomeni:

1) una attività infiammatoria che si manifesta attraverso la produzione di citochine o mediatori chimici della infiammazione di vario genere, 

2) la produzione di anticorpi; gli anticorpi non creano alcun danno, ma consentono di studiare la storia del paziente: gli  ANTICORPI  costituiscono la  MEMORIA del paziente e si tratta di una memoria  vera,  ben visibile o meglio  verificabile  perché grazie a semplici esami del sangue si  possono   evidenziare tali anticorpi: la presenza di un anticorpo   consente al medico di   conoscere una memoria  che sta alla base di una patologia.

!!! Gli HSV1 e HSV2  o herpes simplex 1 e 2

presentano una struttura simile: per simili si intende dire che  HSV 1  e  2 possiedono  epitopi simili;   due  o più   EPITOPI  possono essere chiamati SIMILI quando  sono in grado di provocare una risposta simile, che quindi sarà molto simile. Tornando agli herpes simplex  vediamo che tali patogeni sono in grado di infettare i fibroblasti, scompaginare le strutture della cute e anche di colpire i neuroni: INFETTARE  tali cellule non significa replicare all’interno di tali strutture; INFETTARE  significa  essere  capaci di entrare all’interno di tali  cellule, essere processati e poi presentati all’esterno della  membrana   cellulare; è tale presentazione  l’evento   più importante  per lo sviluppo di una malattia.

*Gli HSV1  e 2  poi rimangono  fagocitati, internalizzati all’interno della  cellula: dormono, si  calmano, non creano problemi e  tale fase viene chiamata periodo di latenza: permangono in una FORMA  LATENTE  non  come virioni, ma come frammentazione antigenica  all’interno di tali cellule;   è meglio dire che la fase di latenza  non è a carico del virus, ma della risposta immunitaria: il  virus è sempre lui, non cambia: quello che  cambia è la risposta immunitaria:  in mancanza di una  risposta da parte del sistema immunitario  il paziente sta bene, il patogeno  sta zitto  e buono  e   la malattia  non compare;   la  fase  di latenza  della malattia comporta un certo benessere   del paziente.

… Il periodo di   INTERNALIZZAZIONE  del virione  non rimane  a vita;   ad un certo punto,  dopo un periodo di tempo variabile da un paziente all’altro tali  patogeni si risvegliano o si slatentizzano; il termine SLATENTIZZAZIONE   indica la fase di  passaggio da uno stato di quiete, la fase di latenza ad uno stato di tempesta, di danno: la fase di stato della malattia ovvero la patologia con segni e sintomi. In occasioni di eventi come traumi, lutti, abuso di alcool, fumo,   droghe o farmaci,  forme influenzali, banali  raffreddori,  vessazioni,  eccessiva esposizione al sole  e stress in generale, tali virus  si risvegliano: tale risveglio consiste nella ripresentazione dell’antigene. La  ripresentazione  antigenica di un herpes  a livello di cute e   nervi  genera  la comparsa  della tipica lesione erpetica. 

!!!!         Tutto ruota, tutto  gira su tale RIPRESENTAZIONE  di  FRAMMENTI  VIRALI   a  livello  delle  membrane cellulari.