EAV è l’acronimo di ElettroAgopuntura secondo Voll:

si tratta di un esame diagnostico molto utile, una sorta di anello di congiunzione tra agopuntura ed omeopatia

Consente di valutare:

  • intolleranze alimentari,
  • geopatie
  • inquinamento elettromagnetico,
  • disturbi da metalli pesanti o inquinanti ambientali, o da abuso di medicinali,
  • oci o campi di disturbo come cicatrici, denti ecc.
  • blocchi energetici.

L’Elettroagopuntura secondo Voll (nota anche come EAV) è una metodica diagnostica, che consente di fare diagnosi, ovvero dà chiarimenti e informazioni sulla natura della malattia. E’ nata in Germania negli anni 50 ad opera del medico tedesco Rheinold Voll. L’Elettroagopuntura secondo Voll si avvale di una apparecchiatura con la quale vengono fatte rilevazioni e misurazioni in termini di resistenza elettrica della cute a livello dei punti di agopuntura classica o di speciali punti detti di Leber, perché scoperti dal medico tedesco Leber. L’esame viene effettuato appoggiando delicatamente sulla pelle, sui punti di Leber, un semplice manipolo che termina con una punta smussata di ottone viene delicatamente appoggiato sulla superficie della pelle. Il manipolo è collegato all’apparecchiatura e al tocco sulla pelle viene emesso un segnale sonoro mentre contemporaneamente un indicatore di intensità si muove sull’apparecchio, come la freccia della velocità in un auto: il medico poi valuta l’eventuale modificazione di tale segnale. E’possibile inserire in un pozzetto collegato all’apparecchiatura delle fiale contenenti medicinali: ciò consente di valutare le modifiche che tali sostanze possono determinare nell’organismo, come se il paziente stesso le avesse assunte per bocca.

Lo stato di buona salute si ottiene quando tali frequenze, onde, campi elettromagnetici sono ordinati, coerenti, in armonia fra di loro. 
Tale metodica, dipendente anche dall’operatore, permette di fare diagnosi e anche di stabilire una terapia, ovvero la medicina giusta. In particolare, l’esame completa la valutazione diagnostica fornito attraverso l’anamnesi (la raccolta delle sensazioni, disturbi, malattie eventi raccontati dal pazienti e annotati dal medico), gli esami di laboratorio, l’esame iridologico, l’esame basato sulle tecniche riflessogene e soprattutto completa la valutazione fatta attraverso l’applicazione del modello della malattia e della sua evoluzione che l’omeopatia unicista fornisce. 
I punti di agopuntura hanno la caratteristica di rappresentare delle zone della superficie del nostro corpo con una resistenza elettrica ridotta rispetto alle zone circostanti. Attraverso questi punti è possibile inviare messaggi, stimoli, per così dire “in entrata” nel paziente (come avviene con l’Agopuntura), ed ricevere segnali per così dire “in uscita” dal paziente stesso. L’apparecchiatura in pratica è un ohmetro, ovvero un misuratore di grandezze elettriche, in particolare di resistenze elettriche, e i segnali inviati e ricevuti sono quindi microcorrenti di intensità variabile a seconda della resistenza che incontra la corrente stessa nel corpo. 
Nei primi anni ‘50 un medico tedesco, Reinhold Voll, profondo conoscitore dell’agopuntura, si pose il problema se fosse possibile utilizzare i punti di agopuntura alla luce delle conoscenze che allora si stavano sviluppando nel campo dell’elettronica; con la collaborazione di un ingegnere di nome Werner mise a punto un apparecchio che consentiva di fare misurazioni di corrente elettrica sui punti di agopuntura, e da esse ricavarne preziose informazioni. 
In base cioé alla resistenza elettrica che il punto presentava in risposta ad una stimolazione elettrica effettuata sul punto stesso, si poteva sapere se un dato organo o apparato, o una parte di esso, era in condizioni di salute o meno. 
Alcuni anni dopo la messa a punto di tale apparecchio Voll fece una scoperta che rivoluzionò l’impiego stesso di questa metodica. Si accorse che il valore del punto misurato poteva essere modificato se il paziente veniva messo in contatto con sostanze medicinali, ed in particolare sostanze di tipo omeopatico. 
Era cioè possibile stabilire quali erano i punti alterati, determinare la causa di tale disregolazione, e stabilire la giusta terapia prima di prescriverla al paziente. 
Sono passati ormai più di 40 anni da allora; Voll e la sua Scuola hanno identificato nuovi punti di misurazione e la metodica si è molto sviluppata, soprattutto in Germania.

Il test di EAV consiste di due parti. Nella prima parte vengono effettuate misurazioni sui vari punti in modo da stabilire quali sono quelli in stato di equilibrio e quali sono quelli alterati. Si ha così una mappa completa sullo stato di salute di ogni soggetto. 
Nella seconda parte dell’esame vengono testate numerose sostanze (ve ne sono più di 10000) costituite da germi, batteri, virus, funghi, insetticidi, farmaci, agenti chimici in generale, fitoterapici, tutti in diluizione omeopatica, per evidenziare quelle che riescono a normalizzare i valori trovati alterati nella prima parte dell’esame. Sono proprio le sostanze così individuate quelle che costituiscono la terapia. 
L’EAV è quindi l’anello di congiunzione tra l’agopuntura, in quanto utilizza i punti tramandatici da millenni di esperienza più altri scoperti da Voll, e l’omeopatia, in quanto utilizza farmaci omeopatici per effettuare una diagnosi e per individuare di conseguenza la terapia specifica per ogni paziente. 
L’Elettroagopuntura secondo Voll (EAV) svolge un ruolo molto importante anche in ambito odontoiatrico. Grazie a tale metodica è infatti possibile rilevare la presenza di correnti endorali, spesso causa di disturbi per il paziente sia a livello locale che generale; è possibile identificare intossicazioni o intolleranze dovute alla presenza di metalli ed altri materiali nel cavo orale