Un VIRUS NON UCCIDE MAI una CELLULA
\Gli agenti infettivi sono costituiti da molecole antigeniche, che a volte mimano alcune strutture dell’organismo ospite: ne consegue che la risposta linfocitaria indirizzata contro i patogeni va a colpire anche le porzioni omologhe del sé, generando autoimmunità. Questo fenomeno è denominato mimetismo molecolare (molecular mimicry) e venne proposto la prima volta nel 1968 da George Snell, il quale suggeriva che i germi potessero avere uno o più antigeni in comune con le molecole HLA.
\ Geoge Davis Snell (1903 – 1996) biologo e genetista americano, nel 1980 ha ricevuto il premio Nobel per la fisiologia e medicina, insieme a Dausset e Benacerraf, per il suo lavoro sul complesso di istocompatibilità, meglio noto come HLA; i tre scienziati hanno individuato un gruppo di geni responsabili delle risposte immunitarie dell’organismo; mediante trapianti su topo, prima di cellule tumorali e poi di tessuti normali hanno fatto una importante scoperta: l’attecchimento del trapianto dipende da glicoproteine presenti sulla superficie delle cellule che sono specifiche per ogni individuo; poi hanno dimostrato che la probabilità di attecchimento del trapianto è strettamente correlata al numero di geni e antigeni in comune tra il donatore e il ricevente. Quindi i geni responsabili della risposta immunitaria, per la loro stretta associazione, formano il complesso maggiore ereditario per l’istocompatibilità o supergene HLA.
.Il supergene secondo la definizione di R. Fisher statista, matematico e biologo britannico, rappresenta un blocco di informazione genetica costituito da diversi geni strettamente associati e che controllano un insieme di funzioni tra loro integrate; probabilmente il supergene rappresenta uno dei meccanismi più importanti per la regolazione dell’espressione genica degli eucarioti.
. Per istocompatibilità si intende la proprietà di un trapianto di attecchire e di non essere rigettato, in quanto il tessuto o l’organo trapiantato è istocompatibile con quello del ricevente.
\ Un virus non è capace di uccidere una cellula. Il problema nasce dal fatto che ciò che appartiene all’organismo assomiglia e anche molto a ciò che non appartiene all’organismo: gli inglesi usano in termine molto comodo per spiegare tale concetto: dicono che il self assomiglia molto al non self. Un esempio tipo è quello legato alla mononucleosi: volta scatenata una risposta verso l’EBV, tale risposta può essere indirizzata anche verso al sinovia articolare: questo accade se le molecole dell’Epstein Bar virus sono simili a quelle dell’HLA DR4; non subito, ma col tempo ciò può condurre allo sviluppo di una artrite reumatoide. Tale DR4 si può definire come un locus di suscettibilità, ma solo dopo che si è scatenato l’innesco infettivo, ovvero la risposta verso l’EBV. Tale DR4, come l’EBV, come altri elementi sono condizioni necessarie, ma per fortuna non sufficiente per poi giungere all’insorgenza di una malattia.
+ La malattia è sempre una risposta.
+ E’ molto facile che una risposta non sia sempre selettiva nei confronti di un antigene: in natura è impossibile che un qualsiasi antigene estraneo non abbia in comune qualcosa con l’organismo umano.
+ I linfociti riconoscono gli antigeni processati e presentati nel contesto delle molecole HLA, mediante uno specifico recettore, il TCR, il T cell receptor. Gli antigeni presentati sono costituiti da una piccola sequenza di aminoacidi (AA), che in genere non supera i 10 aminoacidi: tali AA, tale breve sequenza di AA può essere in comune con una parte delle proteine dell’organismo: ciò può scatenare una reazione in due direzioni: verso le proteine non self del patogeno e verso le proteine self dell’organismo stesso.
. I virus non sono stupidi e usano varie strategie per non essere eliminati. Spesso per eludere la risposta linfocitaria si mimetizzano: può succedere che il nostro organismo non riconosca come estranea una sequenza di aminoacidi presente nel patogeno e di conseguenza lo lascia indisturbato: il motivo è legato al fatto che tale gruppo di aminoacidi è presente anche nel paziente stesso.
\ Il germe così mimetizzato diviene un agente che vive, vegeta, persiste dentro il paziente, che è costretto suo malgrado ad accettarlo: tale persistenza indebolisce , logora, stanca, il paziente: ogni convivenza nascosta logora, crea problemi, costa energia e fatica e soprattutto non può rimanere segreta; una causa scatenante, anche banale, può far venire alla luce il problema.