TOLLERANZA
La tolleranza immunologica rappresenta uno stato di non-responsività nei confronti di una molecola riconoscibile dal sistema immunitario. In condizioni normali le molecole “self” non suscitano una risposta immune, e l’ organismo sano non è colpito dall'”autoimmunità”. La “self”-tolleranza fa riferimento all’ acquisizione di tolleranza durante lo sviluppo dei linfociti nel periodo neonatale. E’ allora che le cellule T self-reattive vengono distrutte nel timo. Questo controllo del sistema immunitario è stato considerato pressoché perfetto per mezzo secolo, con poche eccezioni riconosciute, come ad esempio l’ anemia emolitica autoimmune. Negli anni ’50-’60, ogni convegno sull’ autoimmunità era mal accettato, visto quasi con disprezzo. Studi importanti furono fatto dagli ematologi: l’ematologia studia cellule circolanti nel sangue: si tratta di un campo più facilmente accessibile di altri per le ricerche immunologiche, rispetto di tessuti strutturalmente più complessi. Anziché la biopsia di un tessuto, è sufficiente per l’ indagine un semplice prelievo di sangue.
. Prima Anatole Chauffard descrisse rari casi di anemia emolitica autoimmune.
. Poi Royston Amo Coombs realizzò il test all’ antiglobulina per l’ individuazione di immunoglobuline sulla superficie degli eritrociti permise di trovare cellule rivestite di gammaglobuline nei pazienti con anemia emolitica autoimmune.
. Riguardo alle piastrine, William Harrington dimostrò l’ eliminazione di piastrine da parte di un fattore sierico piastrina-specifico; si iniettò il plasma di un paziente affetto da una severa forma di porpora tromboctopenica idiopatica: in seguito al suo eroico esperimento sviluppò una porpora trombocitopenica così severa che dovette essere ospedalizzato.
.I linfociti di ogni individuo sono in grado di riconoscere e rispondere con reazione di eliminazione a un gran numero di antigeni; invece la risposta linfocitaria non porta all’eliminazione delle sostanze antigeniche proprie di quello stesso individuo. Questa non responsività immunologica è chiamata tolleranza: la tolleranza al self costituisce un processo attivo e presuppone l’istruzione dei linfociti di ogni singolo individuo; tale processo di istruzione si verifica grazie al fatto che i linfociti, nel corso del loro sviluppo, passano attraverso una fase nota come fase dell’incontro e ben studiata: in tale fase dell’incontro i linfociti vengono a contatto con l’antigene in un contesto self: ne conseguono due eventi: o la morte del linfocita o la sospensione delle attività dei linfociti. Le
alterazioni nei processi di induzione o di mantenimento della tolleranza al self possono portare a risposte immunologiche verso componenti autologhi, e potenzialmente a gravi malattie autoimmuni. In generale nel sistema immunitario il fenomeno della tolleranza predomina; rappresenta una eccezione l’innesco di una reazione di eliminazione ovvero una risposta immunitaria propriamente detta.
. Ogni individuo possiede un insieme caratteristico di proteine HLA. Un trapianto di tessuto da un individuo ad un altro viene rigettato per la differenza tra le proteine HLA del donatore e le proteine HLA del ricevente. Il fatto che i linfociti T debbano riconoscere sia l’antigene estraneo che le proteine HLA garantisce che la risposta cellulo-mediata agisca solo su cellule che sono state infettate da un agente estraneo.
. Ciascun linfocita T o B esprime un recettore per l’antigene con una unica specificità antigenica. Il sistema immunitario adattativo discrimina il self dal non self; possiamo dire che tra il numero di antigeni che possono essere riconosciuti è altissimo: da 10^9 a circa 10^11.
. La tolleranza centrale selezione i linfociti immaturi negli organi linfoidi primari. La tolleranza periferica controlla i linfociti maturi nei tessuti periferici.
. La tolleranza immunitaria comprende l’insieme dei meccanismi fisiologici deputati al mantenimento del sistema immunitario adattativo indifferente agli antigeni autologhi.
. La tolleranza è un processo attivamente acquisito: non è affatto qualcosa che viene ereditato e nemmeno è qualcosa di predeterminato; semplicemente ai linfociti autoreattivi viene impedita la maturazione oppure vengono inattivati dopo ben precisi incontri.