PECCATO ORIGINALE ANTIGENICO
. Per peccato originale si intende la tendenza del sistema immunitario dell’uomo ad utilizzare la memoria immunologica piuttosto che a ricreare nuovo anticorpi in seguito ad una seconda esposizione all’agente patogeno; in particolare si tratta di una seconda esposizione all’agente patogeno che tuttavia ha caratteristiche un poco diverse da quello originario. Tale fenomeno è conosciuto anche come EFFETTO HOSKINS; in pratica obbliga il sistema immunitario ad utilizzare la stessa tipologia di risposta contro il medesimo virus o batterio: la cosa importante è che il cosiddetto peccato originale impedisce all’organismo di maturare nuove risposte contro lo stesso patogeno; è sbagliato in realtà dire che il patogeno è sempre lo stesso perché nel frattempo, ovvero col passare del tempo e dei processi che subito tale patogeno si è modificato.
. Lo sviluppo di una risposta umorale contro epitopi di un certo antigene conduce allo sviluppo di una memoria immunologica anticorpale più o meno duratura; ciò dipende anche dal tipo e dalla intensità del processo infettivo. Le CELLULE di MEMORIA che sono state sensibilizzate contro tali epitopi tendono tuttavia a INIBIRE la MATURAZIONE di NUOVI LINFOCITI NAIVE sensibili a quell’epitopo o determinante antigenico nel caso in cui si verifichi una nuova esposizione a tale antigene stesso: non possiamo definire tale antigeni ricomparso una seconda volta identico al primo, ma simile: ha cioè subito delle modifiche, essendo stato intercettato per più volte da cellule del sistema immunitario. Possiamo dire che viene favorito, grazie al fenomeno noto come peccato originale, la RIESPANSIONE e la RIMATURAZIONE SOLO di quei CLONI che si sono DIMOSTRATI EFFICACI CONTRO l’NATIGENE IN QUESTIONE; gli altri linfociti naive vengono risparmiati per poter rispondere se necessario ad altri antigeni.
. Tale PECCATO ORIGINARIO ANTIGENICO viene sfruttato da molti agenti patogeni, soprattutto virus, per ridurre l’efficacia della risposta immunitaria.
. Tale EFFETTO HOSKINS non consente la sensibilizzazione del sistema immunitario contro nuovi varianti epitopiche di un medesimo antigene.
. Gli effetti negativi del ”peccato originale” sono in parte compensati dal processo di IPERMUTAZIONE SOMATICA a cui vanno incontro i linfociti B di memoria nuovamente stimolati dalla presenza dell’antigene.
. Il “peccato originale” vene descritto per la prima volta nel 1960 da Thomas Francis, junior in un articolo: on the doctrine of original sin (sulla dottrina del peccato originale) e venne così denominato per analogia al concetto teologico del peccato originale.
. Il peccato originale è stato descritto per vari virus in particolare il virus influenzale, l’HIV e il virus Dengue.
. Durante una prima infezione da virus influenzale di tipo A il bambino produce anticorpi diretti principalmente contro l’antigene dominante del patogeno; in tal caso o la emoagglutinina o la neuroaminidasi: le iniziali di tali antigeni sono H, dall’inglese hemoagglutinine e N o neuroaminidasi; il primo ceppo di virus influenzale condizionerà molto le risposte successive: una cellule B di memoria riconosce con estrema affinità e specificità il virus influenzale A che chiamiamo per comodità numero 1, perché è stato il primo ad essere riconosciuto, intercettato dalle cellule del sistema immunitario; tale virus influenzale numero 1 verrà poi riconosciuto ed attaccato dalle cellule B di memoria che continueranno a produrre anticorpi anti virus numero 1 e non anticorpi anti virus numero 2 o 3 o 4. A causa di tale “peccato originale antigenico” i linfociti B vergini non sono attivati e non sono stimolati a produrre nuovi anticorpi contro virus influenzali numero 3 o 4 o 5: addirittura la loro azione viene inibita dagli anticorpi delle cellule di memoria; tale processo conduce ad una risposta immunitaria più debole contro i nuovi ceppi influenzali che abbiamo chiamato per semplicità numero 1 o 2 o 3.
. Faccio breve ripasso. In seguito ad una infezione primaria da parte di un patogeno non self vengono generate cellule B di memoria che forniranno protezione contro eventuali successive infezioni; se tale patogeno si ripresenta una seconda volta i linfociti B di memoria si attivano attraverso due tappe principali: riconoscimento di specifici epitopi sulla superficie delle proteine non self e produzione di anticorpi antigene-specifici; tali tappe vengono messe in moto più velocemente rispetto a quelle che innescate dai linfociti B vergini o naif ovvero non ancora attivati.
. Per comprendere bene il fenomeno del peccato originale va tenuto presente il cosiddetto shift antigenico: durante una infezione primaria o secondaria oppure in seguito ad una vaccinazione, un virus può andare incontro a spostamento antigenico o SHIFT ANTIGENICO; la parola shift in inglese indica cambiamento, trasformazione: tale SHIFT comporta una MUTAZIONE degli EPITOPI: tale shift consente di evadere i sistemi di protezione progettati dal sistema immunitario, nonostante l’attivazione delle cellule B di memoria; l’agente patogeno, il NON SELF SI NASCONDE, DIVENTA COME INVISIBILE; in particolare gli anticorpi prodotti dalle cellule B di memoria non riescono a legarsi agli epitopi alterati; questi stessi anticorpi inoltre inibiscono l’attivazione di nuovi linfociti B vergini che permetterebbero di generare anticorpi più efficienti contro tale patogeno che ha shiftato (brutta parola), che si è trasformato, che si è evoluto, che si è nascosto: è divenuto un problema che in un futuro potrà venire a galla.
. Tale peccato originale ha conseguenze importanti in campo vaccinatorio. Può succedere, ma non sempre, che una volta elaborata una risposta contro un virus in seguito ad una prima vaccinazione poi una seconda vaccinazione si mostrerà inefficace. Molti ricercatori hanno dimostrato una minore risposta immunitaria mediata dagli anticorpi in soggetti che hanno assunto alcuni vaccini diretti contro il medesimo patogeno a distanza di tre mesi; ciò è più evidente nella vaccinazioni influenzali, ovvero nel caso di virus che vanno incontro a numerosi mutazioni o shift antigenici; a causa di tale “peccato originale” sia la specificità che la qualità della risposta immunitaria contro i nuovi ceppi di virus dell’influenza sono ridotti in persone che sono ripetutamente immunizzate, ovvero vaccinate.
Anche virus come quelli dell’HIV sono altamente mutageni: questo comporta la creazione di nuovi epitopi che saranno riconosciuti sempre con maggiore difficoltà da nuovi vaccini, da ipotetici nuovi vaccini ancora in fase di studio.