HLA 1 nel neonato e NERVI SCOPERTI poi HLA 2 e risposte citotossiche e suppressor
+ L’HLA è il modo con cui costruiamo anche noi stessi. Il bambino alla nascita possiede solo molecole HLA di classe 1°: l’uomo è l’unico mammifero che non si mette subito in piedi, non ha mielina, ha nervi praticamente scoperti: il neonato piange perché ha male, sviluppa un dolore importante perché si tratta di un dolore demielinizzato, ovvero scatenato da un nervo che non ha mielina. Il cavallo dopo due ore dalla nascita si mette in piedi. Col passare dei mesi il neonato inizierà ad esprimere sempre di più molecole di classe 2°: inizierà ad essere sempre più autonomo, anche rispetto alla madre: non avrà più bisogno del latte materno e degli anticorpi placentare che rappresentano la simbiosi tra madre e figlio e che rimangono fino all’8°\9° mese di vita. Con l’avvicinarsi del primo anno di vita inizia a diventare autonomo e si ammala attivamente. Le prime presentazioni d’antigene costituiscono la porta che conduce a tutte le altre patologie.
+ L’HLA è un sistema ubiquitario costituito da due tipologie di molecole: ne consegue che la presentazione dell’antigene è completamente diversa nei due HLA, perché variano le masse molecolari.
+ Il linfocita da cui dipende la risposta riconosce l’antigene ed è specifico solo per un ben preciso antigene e non per altri. Il linfocita vergine riconosce l’antigene solamente dopo che l’antigene è stato processato e poi presentato: a questo punto il linfocita viene clonato e si formano in pochissimo tempo tanti linfociti tutti uguali. Il linfocita è delocalizzato, circola in continuazione, controlla tutto, è un supervisore; poi quando viene attivato e clonato è in grado di dare una risposta, che di solito è aggressiva: si tratta di una RISPOSTA CITOTOSSICA , responsabile della insorgenza della malattia; in vece se tale risposta non è citotossica è una RISPOSTA SUPPRESSOR o REGOLATORIA: il temine suppressor in inglese significa soppressione: in tal caso ci dice che i linfociti suppressor fernao, bloccano i linfociti citotossici, i responsabili della malattia: i linfociti regolatori consentono quindi di evitare la malattia e soprattutto evitano le recidive di malattia.
. Il problema non nasce dalla replicazione virale o batterica, ma da come l’organismo risponde; tale risposta è inizialmente di tipo innato o infiammatorio e poi adattativo o linfocitario o secondaria: a seguito della risposta adattativa compare una sintomatologia, che spesso viene espressa attraverso in genere attraverso disturbi neurologici.
+ Quando risponde l’individuo è impegnato globalmente con la produzione di sintomi detti costituzionali, ovvero identici in tutti i pazienti. Una forma influenzale o una epatite all’inizio manifestano sintomi uguali: non è quindi possibile distinguere una malattia dall’altra nelle fasi inziali di una patologia, che è quindi caratterizzata da tali sintomi costituzionali; tali sintomi detti anche prodromici sono legati alla immunità innata, quella detta anche aspecifica e infiammatoria. Solo dopo tale fase iniziale compaiono i sintomi specifici, caratteristici della malattia, quindi che permettono di fare diagnosi di artrite, epatite, dermatite e così via. In caso di epatite il periodo di stato che dipende dalla necrosi epatica degli epatociti è dovuto alla attività dei linfociti citotossici: gli epatociti non muoiono a seguito di una replicazione virale, ma perché vengono aggrediti da linfociti citotossici, aggressivi che sono in grado di riconoscere gli antigeni virali, dopo che è avvenuto l’evento della presentazione dell’antigene.
+ Gli anticorpi consentono di dimostrare la natura delle malattie, che secondo Hahnemann è il primo dovere del medico. Gli anticorpi non producono malattie a parte rare casi in cui intervengono nella formazione degli immunocomplessi antigene anticorpo e riversandosi sull’endotelio scatenano delle vasculiti. Quando il medico del laboratorio dice che le IgG sono cosa legata al passato che non ha relazione con un evento da poco accaduto sta commettendo un errore: attraverso le IgG vediamo il fenomeno linfocitario a monte, ovvero una memoria che è di tipo linfocitario T. L’anticorpo è l’espressione più umoralista possibile di quello che avviene ad un livello superiore; tale livello superiore è fatto di aggressività citotossica, responsabile dei sintomi oppure al contrario di una attività suppressor che impedisce il ritorno della malattia; tali anticorpi ci permettono di capire dove si trova la memoria: non importa quanta memoria abbiamo, ma come la abbiamo; se la memoria si presenta a livello citotossico abbiamo la malattia, invece se la memoria si indirizza verso i linfociti suppressor l’individuo è immunizzato e non svilupperà più la malattia.
+ I sintomi, i disturbi si manifestano soprattutto per lo più col sistema nervoso attraverso il ruolo dei neurotrasmettitori; tipico è l’esempio dell’asma che è disturbo respiratorio, ma di tipo neurologico.
+ Il rimedio omeopatico agisce a livello linfocitario e neurologico: attenua la risposta citotossica e fa prevalere la risposta suppressor e ciò si evidenzia attraverso una modificazione del titolo anticorpale, che si riduce di valore.
+ Il linfocita T riconosce un antigene che è stato presentato. Il linfocita T viene espresso attraverso molecole di membrana , ovvero dei CD o cluster of differentiation, in genere i CD 8. Tali linfociti T CD8 possono andare ad interagire con altre forme di linfocita T, ovvero i linfociti T CD4. Tali linfociti T CD4 sono per lo più cellule che cooperano nella risposta, sono LINFOCITI HELPER : gli helper hanno il significato di una risposta in comune dello stesso linfocita, che in maniera diversa andrà a cooperare con i linfociti B. I linfociti B producono plasmacellule e quindi anticorpi.