PRESENTAZIONE  dell’ANTIGENE

La  presentazione dell’antigene  è un fenomeno del tutto individuale che si verifica nel momento in cui  un agente infettivo entra in contatto con l’organismo  umano; dopo tale contatto l’agente patogeno  inizia a viaggiare per il mondo interno trasportato  da cellule  mobili,  ubiquitarie, capaci di  movimento: le cellule dendritiche:  sono cellule dotate di ramificazioni o dendriti, dal greco “dendros” che significa ramificazioni:  queste braccia lunghe e  mobili consentono una grande mobilità di tali cellule sia dentro i tessuti che all’interno del torrente ematico;   tali cellule  possono facilmente  arrivare  al  luogo di  penetrazione  dell’agente infettivo, come le tonsille o  una ferita. L’agente infettivo viene fagocitato dalle cellule dendritiche e attraverso la via linfatica  o la via ematica viene trasportato ai  linfonodi.

Durante il trasporto verso i linfonodi  la cellula dendritica inizia  a processare tale agente infettivo: la processazione consiste in  una frammentazione dell’agente infettivo: si tratta di un vero interrogatorio che permette di verificare tanti pezzetti  della storia genetica  dell’agente infettivo.  Solo dopo  l’evento  della  processazione può avvenire   quello della   presentazione.

La  presentazione dell’antigene  costituisce il fenomeno prioritario  della malattia cronica, come la intendeva Hahnemann e come si esprime nel bambino. La presentazione dell’antigene  si verifica  attraverso  le   molecole  HLA di classe 1°,  che alla nascita si esprimono tutte:  sono espresse in maniera costituzionale.  Le   molecole HLA di classe 1°  sono costituite da una unica  catena polipeptidica   e tre domini ed esternamente si lega una molecola la beta 2 microglobulina che è anche dosabile dal laboratorio.  Le molecola HLA di classe 2° sono costituite da due catena polipeptidiche che si uniscono fra di  loro attraverso due domini.

\\\  I  DOMINI  servono a determinare delle tasche in cui l’antigene viene presentato, accolto: si adagia dentro.

+  L’evento della PRESENTAZIONE   alla nascita riguarda  solo le molecola HLA di classe 1°, che sono molecole specifiche,  chiamate pubbliche perché presenti in tutti gli individui.  

!!! Gli   ANTIGENI  di   STREPTOCOCCO     rappresentano i    primi  antigeni ad  essere presentati.   Il  bambino impara a  presentare l’antigene  in maniera consapevole :  un domani questo gli servirà molto; quando   avrà a che fare con un Adenovirus, un vaccino ovvero quando inizierà  a  dare delle risposte più specifiche tale insegnamento diventerà valido per la classe  HLA  di tipo  2°. Tale grande  insegnamento  pubblico  della classe 1°  determinerà una risposta della classe 2° molto più specifica perché riguarda  molti agenti patogeni.

° La processazione dell’antigene e  la sua presentazione   costituiscono gli eventi più importanti che accadono durante una   risposta immunitaria.  L’antigene  è stato prima, ovvero durante  l’evento della processazione  frammentato: l’antigene  è  specifico, ovvero costituito da singoli aminoacidi,  ovvero piccolissime catene d aminoacidiche  di  4\6 aminoacidi , al massimo 25\26: nonostante ciò il legame  che  si  viene  a determinare con le molecola HLA dipende dal peso, dalla massa molecolare, dalla conformazione  spaziale, dalla forma, non dalla sequenza molecolare.

+++  Una    VARICELLA   può col tempo determinare uno zoster: non si tratta di una   nuova viremia, ma di una  nuova presentazione d’antigene:   è importante  usare i termini giusti e quindi parlare  di  RIPRESENTAZIONE ANTIGENICA  che in pratica consiste in una RIATTIVAZIONE   della  RISPOSTA  IMMUNITARIA.  Una volta che l’antigene  viene presentato all’esterno della membrana, il  linfocita specifico lo riconosce perché andrà a  riconoscere all’interno di tale tasca  non più  la massa molecolare, ma la sequenza : da un fenomeno  di  presentazione si arriverà   ad una risposta  linfocitaria, un evento molto più fine, perché tale risposta è in grado di ricordare: l’elemento caratteristico  di un  linfocita è la memoria. La memoria depositata   nel linfocita specifico di tale batterio o virus rimane sempre viva  e presenta due  facce: una faccia citotossica,  autoaggressiva responsabile della sintomatologia e una faccia   suppressor, o regolatoria che fornisce la vera immunitas latina, ovvero impedisce  il ritorno della malattia; tale modello immunopatologico scoperto intono al 1990 era già stato  individuato da Hahnemann intorno al 1816.

+++ La malattia è una risposta; la malattia  è legata al modo in cui  l’organismo  risponde agli agenti infettivi. 

+++ Il linfocita è una cellula pensante perché discrimina, legge e memorizza.  Il linfocita vergine  non può produrre sintomi e lo fa solo quando viene attivato in seguito ad  una  presentazione di  un  antigene:  se  l’evento della presentazione riguarda un VZV  comporta   nella forma acuta  una varicella  e nelle forma cronica un herpes zoster. 

+++++++++++++  Solo Hahnemann si è chiesto   che  cosa  succede  nel periodo di  tempo che intercorre   tra una forma primaria di malattia e una forma secondaria;  per esempio  tra una varicella che è la  prima espressione di una malattia da VZV e  lo zoster che costituisce  la  forma secondaria di malattia da VZV, anche se non sempre si manifesta. 

… Uno  degli elementi innescanti la porpora trombocitopenica idiopatica  è la varicella o meglio la memoria di avere avuto una  varicella; questo concetto è valido per tantissime patologie.

Oggi  molti autori parlano di malattia infettiva latente e persistente: non persiste il virus , ma  la risposta. Poi a volte la risposta viene  riattivata e questo succede per immunità eterologa, ovvero per interazione fra risposte. Hahnemann si poneva il problema  del rapporto tra una varicella  oggi e uno zoster  domani; in particolare solo con l’osservazione   si accorse che la fase di latenza di una malattia   non è libera da sintomatologia: quel tipo di  risposta latente  è   in grado di generare varie problematiche come una disbiosi o una dermatite. Alla base  di una infezione da Streptococco ci può essere   una forma  di latenza anche del VZV e ciò     può scatenare un circolo vizioso.