MIMETISMO MOLECOLARE e CRITERIO di SIMILITUDINE e MICROBIOMA
+ Il MIMETISMO MOLECOLARE rappresenta il criterio di similitudine nell’ambito della medicina ufficiale: sono due concetti simili, ovvero uno spiega l’altro. Ricordo con forza che si attua una cura omeopatica solo quando viene applicato il criterio di similitudine: solo se tale criterio viene messo in atto un medico può dichiarare di avere fatto una terapia omeopatica.
. Il mimetismo molecolare è considerato il fattore patogenetico più importante nell’ambito delle malattie immunomediate.
\ Il sistema immunitario risponde alla presenza di microbi con produzione di anticorpi e linfociti T: scatena una autoimmunità a causa del mimetismo molecolare tra antigeni ospiti e antigeni batterici.
+ Il MICROBIOMA costituisce una sorgente di materiale antigenico, dotato di reattività crociata con parecchi costituenti dell’organismo umano. Una disbiosi può derivare da eventi cognitivi e non cognitivi; i fattori cognitivi sono la dieta, l’abuso di antibiotici, traumi, stress, ovvero tutti i fattori di cui l’individuo ha consapevolezza; gli eventi non cognitivi comprendono fenomeni di cui il paziente non ha consapevolezza come una risposta immunitaria ad un herpes virus.
Il gruppo dei commensali intestinali che fanno parte del microbioma, esattamente come gli agenti patogeni infettivi, possono agire da fattori innescanti una patologia, sempre mediante il mimetismo molecolare e la reattività crociata. Un esempio ci proviene da una malattia immunomediata come la uveite: i linfociti T specifici verso autoantigeni retinici sono stimolati dagli antigeni cross-reattivi del microbioma. Una infezione da Adenovirus può riattivare la risposta T di memoria anti CMV: purtroppo la storia non finisce qui: ovvero la nuova infezione da CMV, sempre e solo a causa di un mimetismo molecolare con i commensali del microbioma può contribuire a risvegliare o aggravare una BID o meglio una malattia infiammatoria dell’intestino che era presente prima.
\ Spesso in corso di una malattia cronica è possibile trovare un innesco di natura infettiva capace di stimolare una risposta linfocitaria: un linfocita quando viene attivato inizia a svolgere il compito per cui è nato, ovvero va a distruggere il nemico: non si tratta in realtà di un nemico, di un qualcosa di cattivo, ma di una sostanza che non fa parte del self, cioè delle sostanze appartenenti al nostro organismo: tale non self con estrema rapidità viene distrutto grazie all’intervento di meccanismi chiamati immunità innata; purtroppo spesso capita che sempre per mimetismo molecolare vi siano porzioni omologhe o simili tra quelle dell’agente patogeno che va distrutto e anche con una certa fretta va eliminato e dall’altra parte le porzioni di aree self: tali regioni self, dall’inglese se stesso ovvero , facenti parte di noi stessi, del nostro corpo del nostro organismo vanno assolutamente salvaguardate, risparmiate da qualsiasi attacco di cellule ad azione citotossica o meglio distruttiva. Purtroppo a volte il linfocita si confonde, vede male, si sbaglia e va a distruggere contemporaneamente la porzione non self facente parte dell’agente patogeno, quella che deve essere eliminata, ma anche, quella self, quella buona, come una porzione di cute nella psoriasi o di cartilagine nell’artrosi: tale patologia immunomediata insorge quindi per motivi di IMMUNITA’ ETEROLOGA.
§ La conseguenza di una immunità eterologa può essere la ripresentazione antigenica; la risposta linfocitaria citotossica di memoria può indirizzarsi verso un agente patogeno e contemporaneamente verso porzioni omologhe dell’ospite, quelle self, ovvero tessuti specifici dell’organismo, che per errore sono colpiti; tale risposta linfocitaria ovvero tale azione di un linfocita attivato a sua volta può essere influenzata e condizionata dalla risposta verso un altro agente patogeno: ne consegue una RIPRESENTAZIONE ANTIGENICA da cui scaturiscono altre malattie.
